1.7 - Presenza e Assenza
Abbiamo cominciato il nostro viaggio con la domanda:
“Come fare per spostarci dalla realtà corrente verso la realtà del nostro Sè potenziale e più autentico, che molti di noi percepiscono ma non sanno come accedervi?”.
“Come torniamo a casa?” direbbe il profugo.
Per prima cosa ci vuole la coltivazione di uno stato interiore, che chiamiamo stato di Presenza.
Tre condizioni manifestano questo stato, le abbiamo viste e sono:
la mente aperta (capacità di sospendere ogni giudizio e osservare le cose con occhi nuovi),
il cuore aperto (capacità di percepire gli altri empaticamente),
e la capacità di lasciare andare il vecchio per accogliere il nuovo.
Possiamo trovare molti esempi di queste attitudini, probabilmente tu ne avrai qualcuno.
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Allo stesso tempo, in questo momento di grande fermento globale, cosa vediamo?
Vediamo anche una amplificazione dell’esatto opposto, e cioè le condizioni di uno stato di “Assenza”.
L’Assenza è basata sull’esatto contrario:
non c’è apertura della mente, ma chiusura e ignoranza.
C’è la chiusura del cuore, l’avarizia, la mancanza di empatia, muri fra un noi e un loro che vediamo erigersi intorno a noi.
E infine, c’è la chiusura nel passato, una paura che ci fa restare aggrappati alla realtà corrente, invece di lasciarci aprire al nuovo che vuole emergere.
Quindi, invece di muoverci in uno stato di Presenza, ecco che ci muoviamo lungo il cammino opposto.
Invece di osservare, c’è il rifiuto di osservare.
Invece di sentire c’è un’anestesia che desensibilizza.
“Assenza” è quando tagliamo del tutto la connessione con il nostro Sè più autentico.
E ogni volta che questo accade in una comunità, assistiamo ad un processo distruttivo.
Di questo sono certa che non vi servano molti esempi.
Lo vediamo succedere in tutte quelle situazioni in cui collettivamente agiamo in un modo che non vorremmo individualmente: per esempio collettivamente consumiamo un pianeta e mezzo all’anno, eppure nessuno singolarmente lo vorrebbe.
L’Assenza in un sistema la vediamo nel fondamentalismo, che qui potremmo definire come un sistema che opera con mente chiusa, cuore chiuso e muovendo dal passato.
Lo si vede nel modo in cui il fondamentalismo agisce nei confronti delle persone esterne alla comunità.
E come ben sappiamo, non si limita alle comunità religiose, avviene in tutti i tipi di sistemi.
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Questa che stiamo descrivendo non è però una situazione di “Noi contro di Loro”.
Cioè Non è vero che io mi trovo in una condizione di Presenza e qualcun altro in Assenza.
A volte succede che io, nei miei momenti migliori, quando agisco da quel luogo interiore, sono in Presenza.
E ho moltissimi esempi di questo nel mio lavoro, con gli amici e in famiglia.
Ma poi, un attimo dopo, prima che me ne renda conto, mi ritrovo ad agire dal mio punto cieco, e metto in atto quegli schemi reattivi di chiusura, in termini di 5 Leggi Biologiche diremmo costellativi.
E così, senza che lo voglia, partecipo alla creazione collettiva di quei risultati che nessuno vorrebbe per sè.
Ho però la possibilità di
diventare consapevole di tutto questo,
di vedere quando sto finendo fuori strada e di rimettermi in riga,
riallineando la mia Attenzione con la mia Intenzione.
Non si tratta dei buoni contro i cattivi, ma piuttosto di coltivare una “bussola interiore” che ci permette quando ci perdiamo nel territorio dell’Assenza, di ritrovare la giusta direzione.
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Per esempio succede anche in famiglia, nelle piccole cose, quando rimproveri aggressivamente tuo figlio perchè non ha chiuso la porta, in reazione conflittuale a qualcosa che hai vissuto da bambino, forse ai rimproveri che hai subito per una vita da tua mamma.
In Presenza potresti renderti conto di questa dinamica e fermarla sul nascere, interagendo in modo funzionale, nella situazione presente e non dal passato con un tono educativo piuttosto che punitivo.
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Ricapitolando
Primo: ti abbiamo fatto conoscere l’angolo cieco che ci richiede di ribaltare la cinepresa di 180° per percepire noi stessi dentro il sistema.
Abbiamo visto che questo angolo cieco è lo stesso che oggi affligge la scienza ed è un passaggio epocale in cui siamo immersi.
Secondo: hai appreso grosso modo come riconoscere le peculiarità di uno stato interiore, che può essere di Presenza o di Assenza.
E che lo stato di Presenza è essenziale per permetterci di agire dal nostro Sè più autentico e permettere al nuovo di emergere.
Questa immagine è una riproduzione grafica, tratta dal Presencing Institute, dei due movimenti in Assenza (verso l’alto lontano dal contatto con se stessi) e Presenza (verso il basso a contatto con il proprio sè più profondo).
Ora ti vorremmo invitare a definire la tua intenzione personale per iniziare il Laboratorio di Presenza, attraverso un esercizio con il tuo diario.
Quando sei pronto, prosegui con la lezione successiva.